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VOGLIA DI CIOCCOLATO

Il cioccolato (o cioccolata, specie se fuso) è un alimento derivato dai semi dell’albero del cacao, ampiamente diffuso e consumato nel mondo intero. Nella produzione artigianale di qualità, il cioccolato è preparato utilizzando la pasta di cacao come realizzata e imballata nei paesi origine, con l’aggiunta di ingredienti e aromi. Nella produzione industriale o comunque di minor pregio qualitativo, è preparato miscelando il burro di cacao (la parte grassa dei semi di cacao) con polvere di semi di cacao, zucchero e altri ingredienti facoltativi, come il latte, le mandorle, le nocciole, il pistacchio o altri aromi.

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VOGLIA DI CARAMELLATO

Il caramello è il risultato della cottura del saccarosio sino alla sua fusione, che avviene oltre i 160°. Con il caramello si procede a caramellare preparazioni dolci e salate. La tecnica è applicata per effetto del calore, diretto o indiretto, e trova un ampio uso in cucina e in pasticceria.

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VOGLIA DI CONFETTI

Il confetto è un dolce formato da una mandorla ricoperta di zucchero,
ma sono ormai diffuse molte varianti formate da un nucleo di pistacchi, nocciole o cioccolato ricoperti, appunto, da zucchero.
Si tratta di una specialità già dagli inizi usata come simbolo di fortuna e prosperità, prodotta fin dai tempi antichi.

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VOGLIA DI frutta secca

Sono quei tipi di frutti che, attraverso un processo di essiccazione naturale o con speciali essiccatori, vengono deprivati della maggior parte dell’acqua. Nell’uso comune, tuttavia, con l’espressione “frutta secca” si intendono di solito noci, mandorle, ecc., che, a rigore, non sono frutti ma semi.Numerosi frutti e semi si prestano ad essere preparati sotto forma di frutta secca, il che permette loro di essere conservati ben al di là del normale periodo di conservazione. Questo procedimento può riguardare frutti sia interi, sia tagliati a pezzi, a cubetti, o anche macinati.
La frutta secca può essere consumata così com’è oppure può essere impiegata come ingrediente nella preparazione di ricette culinarie o di pasticceria.

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VOGLIA DI torrone

Il torrone è un dolce composto da albume d’uovo, miele e zucchero,  farcito con mandorle, noci, arachidi o nocciole tostate;
spesso ricoperto da due strati d’ostia.  Il suo nome deriva dal verbo latino torreo che significa abbrustolire con riferimento alla tostatura delle nocciole che lo compongono.

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VOGLIA DI champagne

Lo champagne è uno dei pochi vini ai quali sia stato attribuito un inventore, l’abate benedettino Dom Pierre Pérignon, anche se sulla storia della sua origine esistono versioni differenti. I vini della regione della Champagne erano conosciuti fin dal medioevo; venivano prodotti principalmente dai monaci delle numerose abbazie presenti nella regione, che lo usavano come vino da messa. Ma anche i regnanti francesi apprezzavano molto questi vini, fini e leggeri, tanto da offrirli in segno di omaggio agli altri regnanti europei.

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VOGLIA DI grappa

La Grappa del passato era prodotta con alambicchi a bagnomaria o a fuoco diretto, con metodo artigianale a ciclo discontinuo. Non erano ancora impiegati gli strumenti industriali di distillazione, giunti in Italia solo alla metà del secolo scorso. Non erano ancora diffuse nemmeno le Grappe provenienti dalla selezione di un solo tipo di vitigno, fatto salvo quelle di Moscato o Malvasia. Esisteva essenzialmente la classica Grappa Bianca, frutto della distillazione di vinacce miste. Nel secondo dopoguerra, la società italiana conobbe un momento di sviluppo senza precedenti.
I gusti mutarono radicalmente e con essi cambiò anche il modo di vivere e considerare la Grappa. Si iniziò ad assaggiare la Grappa, abbandonando un po’ alla volta l’abitudine di bere senza distinzioni di gusto e di grado alcolico.Assieme al mutare del gusto, anche la Grappa si è fatta più morbida, meno aggressiva, rivelando tutta la sua nobiltà, anche attraverso prolungati affinamenti in legno.

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VOGLIA DI vino

Il vino si può ottenere anche da uve appartenenti ad incroci della Vitis vinifera con altre specie del genere Vitis (ad esempio la Vitis labrusca o la Vitis rupestris) e da uve di specie di Vitis diverse (quale la Vitis chunganensis).
In Italia (ed in tutta la Comunità europea), per proteggere un prodotto di maggiore qualità, prezzo e valore, non si può commercialmente chiamare “vino” il prodotto di fermentazione di uve che non siano Vitis vinifera. Quindi il termine, in caso di commercializzazione di fermentati diversi, deve essere omesso. Sistema comune per ovviare a tale divieto è, ad esempio, quello di citare semplicemente il nome della varietà di uva usata, ovviamente senza citare il termine “vino”.
Con tale bevanda si può dar vita anche ad un distillato che, se invecchiato per almeno 12 mesi in legno, prende il nome di brandy. La qualità e diversità tra vini dipendono strettamente dal vitigno, dal clima, dal terreno, dall’esposizione di questo rispetto alla radiazione solare e dalla coltivazione più o meno accurata della vite stessa.

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VOGLIA DI PASTA

La pasta o pasta alimentare è un alimento a base di semola o farina di diversa estrazione, divisa in piccole forme regolari destinate alla cottura in acqua bollente e sale o con calore umido e salato.
Il termine pasta, inteso come abbreviazione dell’italiano pastasciutta, può anche indicare un piatto dove la pasta alimentare sia l’ingrediente principale accompagnato da una salsa, da un sugo o da altro condimento di vario genere.Per ciò che concerne le paste alimentari nel mondo, possono storicamente dividersi ed essere considerate frutto di due vaste e longeve culture gastronomiche, le quali hanno sviluppato e dato origine a questo alimento nel corso di molti secoli in maniera parallela e indipendente, senza che l’una venisse in contatto con l’altra: quella italiana in occidente e in ambiti mediterranei, e quella cinese in oriente e nei vari contesti asiatici. Entrambe utilizzano ingredienti differenti e tecniche completamente diverse tra loro per la preparazione e la produzione di questo cibo.

 

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VOGLIA DI PROSCIUTTO

In Campania, basso Lazio, Molise, l’allevamento dei suini, la macellazione e la lavorazione delle carni di maiale nero vantano tradizioni antichissime, che in alcune località sono state tramandate per generazioni e hanno raggiunto un livello di competenza e professionalità difficile da eguagliare. Il maiale nero casertano, o di razza casertana, è la razza suini più rinomata del sud Italia e deriva dal ceppo iberico, con la quale condivide caratteristiche morfologiche e di sapore. La recente riscoperta delle sue carni, da parte di chef e di consumatori, ha riportato sulle tavole antichi sapori che non hanno nulla da invidiare a quelli dei rinomati salumi e dei prosciutti spagnoli. L’allevamento in gran parte al brado o semibrado all’aperto, anche con alimentazione di ghiande, esalta sapori e profumi dei salumi e le carni che derivano da questo maiale rustico.

 

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